Ugo Gregoretti

Estremi cronologici dell’archivio, 1935 - 2019
Consistenza, 757 fascicoli
L’archivio è conservato nel Centro studi "Ugo Gregoretti" nel comune di Pontelandolfo (BN)
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Biografia

Ugo Gregoretti nasce a Roma il 28 settembre 1930, figlio dell'ingegnere Lucio Gregoretti e di Valentina Cadolini.

Nato in una famiglia benestante, Gregoretti trascorre l'infanzia e la prima adolescenza a Roma, studiando prima presso l'Istituto Massimo dei gesuiti e poi al Collegio San Gabriele dei fratelli delle scuole cristiane. Il padre Lucio, pur avendo aderito inizialmente al fascismo, partecipa alla Resistenza a seguito della nascita dell'RSI e una volta arrestato, viene imprigionato al carcere di via Tasso, dal quale riesce a fuggire pochi giorni prima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Dopo la guerra la famiglia Gregoretti, composta anche dal fratello Luciano e dalle sorelle Maria Emilia e Lucilla, si trasferisce a Napoli dove il padre impianta una piccola industria, mentre Ugo inizia a frequentare l'Istituto Pontano.

Immatricolatosi presso l'Università̀ di Napoli, Gregoretti passa dal corso di laurea in architettura, a giurisprudenza per infine iscriversi alla facoltà̀ di lettere e filosofia, ma senza giungere mai alla laurea. Nel gennaio 1953 viene assunto come correttore di bozze dalla redazione milanese del giornale monarco-fascista «La Patria», grazie ai rapporti tra il sindaco di Napoli, Achille Lauro, e il padre, divenuto nel dopoguerra presidente dell'Azienda tranviaria municipale.

Lasciato l'impiego dopo neanche un anno, Gregoretti viene assunto alla RAI il 1 dicembre 1953 come impiegato di categoria C, alla segreteria del direttore generale, grazie alle conoscenze del padre con Arturo Ferrari, direttore generale dell'IRI.


Passato per sua richiesta al settore dei telegiornali, sotto la direzione di Vittorio Veltroni, Gregoretti inizia effettivamente la propria carriera con il servizio Semaforo, seguito da I nordici del golfo, Dall'Adige al Garda, Italiani in Argentina, Caccia al quadro, Buon Natale ovunque tu sia, Settimana Santa e molti altri servizi tra il 1955 e il 1960. Nel 1960 realizza il documentario televisivo La Sicilia del Gattopardo in cui il regista ripercorre i luoghi vissuti e descritti da Giuseppe Tomasi di Lampedusa e in cui intervista inoltre l'ultima erede vivente della famiglia dello scrittore, Alessandra, con la quale sua moglie, Fausta Capece Minutolo è imparentata. Il documentario riscuote un notevole successo e vince il Prix Italia nel 1960.

La carriera televisiva di Gregoretti prosegue con il programma d'inchiesta Controfagotto (1961) e La raccomandazione del 1962. Sempre nel 1962 gira il suo primo film I nuovi angeli, che viene incluso nella prima edizione della “Semaine de la critique” del Festival di Cannes. L'anno successivo esce il film collettivo Ro.Go.Pa.G. (1963), di Roberto Rossellini, Jean - Luc Godard e Pier Paolo Pasolini, per cui Gregoretti firma la regia dell'episodio Il pollo ruspante. Subito dopo realizza l'episodio Il foglio di via per Les plus belles escroqueries du monde, girato con Godard, Claude Chabrol, Hiromichi Horikawa e Roman Polański. Nel 1963 inizia anche a lavorare al film Omicron, una pellicola satirica di genere fantascientifico, che intende essere una critica sulla vita in fabbrica, in particolare dell'azienda FIAT, come confermò in seguito egli stesso. Il film non viene però apprezzato dal grande pubblico e viene riscoperto solo nel 1968. Nel 1964 esce Le belle famiglie ma anche questo film non riscuote molto successo e Gregoretti, divenuto nel frattempo padre di quattro figli, Lucio, Gianlorenzo, Orsetta e Valentina, decide di ritornare a lavorare in televisione con il programma RAS (1966). Filippo, il quinto figlio, nasce nel 1971, ma solo un anno dopo la famiglia deve affrontare la prematura scomparsa della figlia Valentina. Nel 1968 viene trasmessa dalla RAI la serie in sei puntate Il Circolo Pickwick, tratta dal libro di Charles Dickens e con un giovane Gigi Proietti, attore con cui Gregoretti lavora spesso negli anni a venire, collaborando insieme in Sabato sera dalle 9 alle 10 (1974), in Le tigri di Mompracem (1974) e in Caro Petrolini (1983), serie che riceve giudizi molto contrastanti tra loro, si discosta infatti dallo stile televisivo dell'epoca distinguendosi invece per i toni sferzanti e provocatori. Nel 1968 Gregoretti, divenuto presidente dell'ANAC, partecipa all'occupazione della Mostra del cinema di Venezia e un anno dopo realizza il documentario Apollon, una fabbrica occupata (1969), girato durante la lunga occupazione della tipografia romana sulla Tiburtina. Il film, realizzato con la collaborazione degli operai e proiettato nelle sezioni partito, nei circoli ARCI e nelle sedi sindacali ha un enorme successo e rappresenta ancora oggi uno dei più rappresentativi delle lotte sindacali dell'epoca. Gregoretti negli anni successivi gira molti film sulle lotte sindacali e politiche del PCI, tra cui Contratto (1970), Dentro Roma (1976) e Comunisti quotidiani (1980), finendo anche per occuparsi del montaggio del film collettivo sui funerali di Enrico Berlinguer nel 1984. Il primo documentario di carattere politico da lui realizzato non è però legato al PCI, ma al PRI, che lo incarica di girare un film per la propaganda elettorale della primavera del 1968.

Presa la tessera del PCI nel 1970, Gregoretti viene eletto come consigliere comunale di Roma, ruolo che ricopre per i successivi sette anni. Dal 1970 al 1974 assume inoltre la direzione dell'Unitelefilm. Negli anni '70 e '80 realizza svariate serie e programmi, tra cui si ricordano: Le tigri di Mompracem; Romanzo popolare italiano (1975), realizzato con la consulenza di Umberto Eco, Folco Portinari ed Ezio Raimondi; Uova Fatali (1977), tratto dal romanzo di Bulgakov; Straparole (1981); Viaggio a Goldonia (1982). Avvicinatosi tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 al mondo teatrale e operistico cura la regia di numerosi spettacoli nei principali teatri italiani. Prediligendo in campo lirico compositori ottocenteschi come Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti, oppure esponenti della scuola napoletana come Domenico Cimarosa e Giovanni Battista Pergolesi.

Dedicatosi al teatro di prosa per quasi tutto il resto della sua vita, Gregoretti cura la regia di moltissimi spettacoli, spaziando da autori noti come Eduardo De Filippo, Carlo Goldoni e Luigi Pirandello ad opere a lui più̀ contemporanee, cimentandosi anche come attore. Inoltre, ricopre il ruolo di direttore del Teatro stabile di Torino tra il 1985 e il 1989, curando al tempo stesso anche la regia di alcuni spettacoli. Il ritiro dallo Stabile di Torino non è però del tutto indolore e a seguito di alcune stagioni complicate, conclude il proprio mandato venendo sostituito da Luca Ronconi, che ne assume la direzione dopo di lui. Un altro progetto molto importante per l'attività̀ lavorativa di Gregoretti è il festival Città Spettacolo di Benevento, una rassegna teatrale da lui creata e diretta durante gli anni '80, ma ne lascia la direzione artistica dopo il 1989 a seguito di alcune questioni sorte con la città campana, dove torna a lavorare negli anni 2000 con il festival Universo Teatro. Il 1989 è anche l'anno del suo ritorno al cinema con il film parzialmente autobiografico Maggio musicale, distribuito poi l'anno successivo.

Assunta la presidenza dell'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico nel 1995, Gregoretti fa parte del Consiglio dei garanti dell'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e viene eletto membro dell'Assemblea SIAE per gli autori di film e opere assimilate per il quadriennio 2007 - 2011. Nel 2002 riassume il ruolo di presidente dell'ANAC per la seconda volta. Inoltre fa parte del Comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia tra il 2008 e il 2011, oltre a ricoprire un ruolo nella giuria di numerosi premi e concorsi. Nel 2006 pubblica con Aliberti editore la propria autobiografia Finale Aperto. Vita scritta da me stesso, edita nuovamente nel 2012 in una versione riveduta e ampliata con il titolo di La Storia sono io (con finale aperto). Ricevuta dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la nomina di Cavaliere di Gran Croce nel 2004, decide di conservare il suo archivio presso la città di Pontelandolfo, in provincia di Benevento, alla quale è profondamente legato. Non abbandonata mai l'attività̀ creativa e lavorativa, Ugo Gregoretti muore il 5 luglio 2019 nella sua abitazione di Roma. Il suo ultimo film, lasciato incompiuto, è uscito postumo nel 2023 grazie al figlio Filippo. L’archivio di Ugo Gregoretti, riordinato tra il 2023 e il 2024 presso la Fondazione Gramsci di Roma, è conservato dal 2012 presso il Centro studi Ugo Gregoretti situato all'interno del comune di Pontelandolfo (BN) e fondato dallo stesso Gregoretti. La biblioteca è conservata presso la Fondazione Gramsci.

Clelia di Piro